… Continuo a guardare attorno a me. Più di tutto quello che scatena la mia immaginazione sono i colori, riescono a colpirmi a tal punto che mi basta scegliere un colore per decidere di creare un piatto.
Scelgo di cucinare quell’ ingrediente piuttosto che quell’altro, a volte, solo in base al colore.
Il viola, è stupendo!
Anche se per qualcuno è un colore iellato per me rimane un colore degno di essere utilizzato, come nella miglior tavolozza di colori. Il viola e le sue sfumature, il viola e le sue declinazioni, troveranno sempre un posto speciale nei miei piatti… e ovviamente nel mio cuore.
Non più tardi di qualche giorno fa, mi trovavo al mercato e sono letteralmente inciampata in delle carote, non le comuni carote arancioni, ma carote viola. Ma che strano!
Ora, mi sento praticamente obbligata a spiegarvi la differenza tra carote “arancioni” e “viola”…
Originariamente le carote erano viola
Non vi dirò che sono state importate dagli alieni, ne che sono frutto di manipolazioni transgeniche, molto più semplicemente, in origine erano viola. Wow!
Le carote viola e gialle sono originarie dell’Afghanistan, dove furono coltivate per la prima volta circa 5000 anni fa, successivamente furono apprezzate da Greci e Romani, che le utilizzavano principalmente per le proprietà medicinali dei loro semi.
A partire dal XII secolo si diffusero poi in tutta Europa per mano degli arabi: prima in Spagna, poi in Italia e infine in Francia, Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi.
Proprio nei Paesi Bassi, nel XVI-XVII secolo, le fu donato quel suo caratteristico colore: gli olandesi, in onore della dinastia degli Orange, arrivarono, attraverso degli incroci, a cambiarne il colore fino a quel distintivo arancione che oggi noi tutti conosciamo. Quindi niente paura e anzi, dopo questo momento “super quark” direi di provare ad utilizzarle, utilizzare proprio il loro colore viola e lasciar marciare la fantasia, un po’ come ho fatto io…
Le Carote Viola nella mia ricetta personale
Mi capitano tra le mani degli spaghetti di riso, bianchi e candidi come una nuvola. Non convinta di volerli servire così innocentemente bianchi ho pensato: “ho delle carote viola nel frigo, ok! Si ma come faccio a trovare quel filo conduttore che li può unire? Si tratta pur sempre di un amido e di un vegetale… dunque… ma certo! Utilizzo l’h2o di cottura delle carote (che dovrebbe essere viola) per ammollare gli spaghetti! fatta!“
E da li a poco è uscito lui, “Allo specchio”.
“Spaghetti di riso all’acqua di carote viola, tartara di carote viola e anacardi, olive taggiasche e pop corn di amaranto, ovetto di quaglia in camicia.”
Assaggiandolo, vi assicuro, mi sono stupita anch’io di come possa aver fatto, ma credetemi, funziona!
Non contenta ho fatto anche la versione dolce: “Spaghetti di riso all’acqua di carote viola, ananas, corn flakes e riduzione di soucco ACE”.
Follia forse? Assolutamente sì, ma anche in questo caso, una follia da leccarsi i baffi.
“Nome del piatto?”
IO “Allo specchio, Chef”
…allo specchio è tutte quelle volte che penso ad una cosa, le diverse facce della stessa medaglia, diverse appunto ma appartenenti l’una all’altra, come gli spaghetti di riso cotti nell’acqua di carote viola, interpretati in due maniere diverse ma alla radice profondamente simili.
…allo specchio è quella cosa che uno guarda e magari vede diversamente rispetto a quello che vedi tu, guardando la stessa cosa…
Allo specchio, per me, è guardarsi con consapevolezza ed accettare quello che si è, perchè in fondo, a seconda di chi guarda, può piacere o non piacere.
Lo spaghetto bianco di viola vestito in versione salata e dolce, anche lui è un riflesso di ciò che sono diventata… che piaccia o meno.
È mezzanotte e come sottofondo musicale ci sono le nientepopodimenoche Spice Girls, quanti ricordi, che bello!
Eeeeh la musica, un altro argomento sul quale potrei aprire una lunga parentesi, che forse farò. Ma non voglio dilungarmi ora.
So di avervi detto che sto preparando la mia ricetta perfetta di “Q.B.” che vi ho raccontato la scorsa volta. In realtà non è ancora finita. Siiii lo so, ardua la faccenda, ma un senso ce l’ha, come direbbe il buon Vasco Rossi.
Abbiate pazienza, la strada per scoprire la mia ricetta è ancora lunga, spero che lungo il cammino vi lascerò un sorriso, un consiglio culinario o semplicemente un po’ di voglia di cucinare… con amore!